Jerry Tommolini, metà italiano di San Benedetto del Tronto (AP), metà di Philadelphia, ha aperto la sua azienda di beachwear Pin-Up Stars a Bologna nel 1995. Ha iniziato come stilista con la linea Catalina. Ha scelto la città italiana come sede perché è la patria dei costumi da bagno. L’obiettivo era fare qualcosa di diverso rispetto a quello che era presente sul mercato. “Abbiamo inventato un nuovo modo di andare in spiaggia, proponendoci come un’alternativa valida e di qualità”, spiega Tommolini, “Non seguiamo le tendenze ma le creiamo”.
Prima i costumi erano molto imbottiti e pesanti, Pin-Up Stars li ha decostruiti rendendoli leggeri con fasce e triangolini, ha aggiunto ricami, pietre preziose, borchie ed altre decorazioni. Il risultato sono modelli sottili, giovani e dinamici. Il marchio ha inventato un materiale innovativo brevettato dal nome “dainetto”, che regala un effetto suede (scamosciato, ndr) al tessuto ed è molto resistente. “Ogni anno confezioniamo costumi prestanti, preferiamo microfibre basiche e morbide”, descrive Jerry. L’originalità del suo beachwear risiede anche nei ricami applicati a mano sui tessuti. “I ricami a macchina ed a mano li facciamo nel Sud dell’Italia”, rivela, garantendo un’artigianalità abbastanza rara in questo mondo. “L’artigiano italiano è unico perché trova sempre un modo inedito per sviluppare la sua arte, in questo risiede la vera essenza del Made in Italy”. Nell’ultima sfilata 2019, Tommolini ha portato sulla passerella con sé tutti gli artigiani coinvolti nel processo produttivo delle sue collezioni. Una cinquantina di ricamatori, cucitori, stampatori, borchiatori, modelliste hanno indossato le magliette “We made this collection in Italy”. “È importante valorizzare le nostre maestranze, dato che i governi permettono sempre di più di importare Made in Italy fasullo dall’estero e il nostro know how piano piano scompare”.
Le sue ispirazioni provengono dagli stimoli più disparati, cerca di non farsi influenzare dalla moda corrente. “Vado alle fiere solo per capire le nuove tendenze ed essere sicuro di non imitarle”. Osserva che oggi il mercato è un continuo copia ed incolla con una limitata creatività. I veri designer di beachwear sono pochi.
Per quanto riguarda i modelli più gettonati del suo brand, rivela, sorprendentemente, che il costume intero sbanca. Pin-Up Stars ha infatti una vasta scelta di questa tipologia, di cui particolare è quello trasparente, a maglia fina, che hanno il vantaggio di permettere un’abbronzatura al 95% e far uscire dall’acqua asciutti. Gli altri sono sexy con la zip in mezzo, con scollature traforate a petali di fiore, vedo non vedo, legati lateralmente a corsetto. Un’esplosione di tonalità, fantasie e forme incredibile.
Il brand ha tre linee: Pin-Up, Agogoa e Poisson d’Amour disegnata da Chiara Biasi (blogger e social media influencer). La collezione 2019 consiste in microtemi collegati tra loro, dai motivi dell’Africa Bianca e Nera alle fibbie dei cowboys americani, dal boho chic perfetto per Coachella alle stampe dei nativi americani riviste e corrette in modo originale con giochi di tessuto e pelle nuda tipici del brand. E ancora, vestiti da mare e costumi con mongolfiere e nappine colorate, stoffe lucide e traslucide, ampie gonne a pieghe e pantaloni larghi a vita alta, tutine corte e abiti pareo. Un’immersione nelle tinte, nell’allegria e spensieratezza di vestirsi come una vera star della spiaggia.
Rimangono forti i legami di Jerry con San Benedetto, non solo affettivi, ma anche di partecipazione alla vita della città. Ha contribuito a finanziare la realizzazione del pennello sull’Albula ed alcuni dei suoi primi bikini sono in esposizione ad Abbronzatissima, mostra di arte pop alla Palazzina Azzurra (fino al 16 settembre, ingresso gratuito).