A differenza di quanto succede nelle società attuali in Occidente, la moda è orientata a costruire un ragionamento che spiega non solo la propria creatività ma il significato che si impregna nei vestiti che disegna. Se la società reagisce agli eventi, ai fatti e alle propagande con l’istinto conservativo dell’interesse personale e particolare (la famosa reazione di pancia), la moda tende a elaborare gli accadimenti per capirne sia l’essenza che le conseguenze. Forse con un processo diverso dall’arte, che elabora manifesti di efficacia sorprendete, la moda si pone come un reale e competente interlocutore per chi vuole capire prima di reagire. E lo fa utilizzando l’estetica, che è una categoria del pensiero.
Rocco Iannone, alla sua terza collezione per Pal Zileri, è l’esponente più giovane di questa corrente, e questo è tanto più meritorio. Prima della sfilata nel Circolo del Giardino di Milano, dice: “Il presente vive di sentimenti estremi. La sentimentalità esacerbata, che non è il sentimentalismo stucchevole, mi appartiene in quanto italiano. In quanto creativo, però, lo sublimo cercando un’armonia di contrasti. È la mia idea di romanticismo, cioè una tensione virtuosa”. Se ragionassero tutti così dalle società sarebbe sparita l’arroganza e dalla moda l’improvvisazione. Invece così non è. Altrettanto vero, però, è che Iannone riesce a mantenere fermo questo suo proposito facendone un metodo di pensiero e di lavoro. Tanto più che essendo alle prese con un marchio che ha raccontato per lunghi decenni la tradizione sartoriale italiana, questo suo metodo lo obbliga a far colloquiare quel racconto con l’attualità che, bene o male che sia, è quella di un mondo diverso dove i metodi del passato hanno poco da dire se non testimoniare la storia, dalla quale sempre si impara se non scade nella nostalgia.
Per questa sua terza collezione Pal Zileri così ricca di iconografie oltre che di significati sociali, Rocco Iannone parte quindi dai suoi riferimenti personali e li mischia non con l’istinto della pancia ma con il sentimento della ragione. Parte dalle favole di Esopo, dalle quali trae un riferimento animalier che lo porta a disegnare tessuti esclusivi in cui in un camouflage si riconosce un branco di zebre, i quadri del sublime surrealista Max Ernst gli servono per i colori (e quelli di L’Europa dopo la pioggia li legge come il capolavoro del cromatismo), da David Lynch prende il modo spregiudicato e surreale di raccontare, da Maria Callas e da Giuni Russo, mischiate in una colonna sonora composta da Frédéric Sancez con le musiche di Angelo Badalamenti, prende lo strumento della voce perché come vuole accostare mondi diversi così vuole infrangere le regole di un tailoring “che non è un’ortodossia.
Da questa precisa presa di posizione, netta e influente, arrivano i pantaloni e le giacche assolutamente tailoring ma costruite con i tessuti solitamente utilizzati per la Couture femminile, le sete e i razmir dei pantaloni che si alleano alle giacche dal taglio preciso in tessuto gessato, i pantaloni moiré bianchi che illuminano un cappotto in lana cammello, la giacca in seta in armonia con i pantaloni in velluto a coste grosse, il maglione in lana mohair a pelo lungo ma smanicato, i bomber in lana e i parka in velluto dorato, parka in camouflage zebrati, camicie e T-shirt in seta stampata, cappotti in lana a quadretti, giacche in seta con le piume stampate a contrasto, colli in pelliccia. Tutto in assoluta assonanza con i nove look femminili che, come in un controcanto, riflettono il cambiamento che Iannone sta imprimendo a quella grande arte manuale italiana che è la sartoria dove lui si muove come si fa in un luogo importante che, però, per lui non è mai diventato un tabù.
“È l’istinto, che per me è un sinonimo di emozione, che mi spinge verso il bello classico e armonico”, conclude Iannone. Che è un modo per mettere insieme il metodo storico e quello dell’indagine.