Si chiude più che positivamente il terzo trimestre per Vf Corporation, che ha registrato ricavi pari a 3,9 miliardi di dollari (+8%), trainato tra gli altri dai brand Vans, in progress del 25%, e da The North Face, +14%.
In particolare, si evidenzia un incremento del 10% delle vendite direct-to-consumer, con un +24% sul canale digitale.
Il margine lordo è cresciuto di 40 punti, collocandosi al 51,9%, l’utile operativo è passato da 484,6 a quasi 592 milioni (+22%) e l’utile netto si è portato da un rosso di 90 milioni a 463,5 milioni (+613%).
A livello di merceologie, il segmento active – di cui fa parte Vans – ha fatto un balzo del 16% e l’outdoor dell’11%, grazie anche al contributo di The North Face e a un +4% legato alle acquisizioni.
Il giro d’affari internazionale è aumentato del 5%, con la Cina in avanzata del 18%. Sul mercato Emea – area che comprende Europa, Middle East e Africa -, Vf ha totalizzato un +4% a cambi costanti, con picchi del 12% per The North Face e del 10% per Vans. Timberland ha incassato un -2%, ma ha tenuto a livello globale (+3%).
«A dare un impulso al terzo quarter sono state le performance dei nostri marchi più grandi, in un contesto generale di crescita equilibrata del portafoglio», ha commentato Steve Rendle, chairman, president e chief executive officer, che ha alzato l’outlook sull’anno e annunciato ulteriori investimenti, intorno ai 45 milioni di dollari, nel fiscal year 2020, focalizzati su un ulteriore sviluppo della società.
Il turnover sui nove mesi è stato di 10,6 miliardi di dollari (+14%), con un utile netto di 1,13 miliardi, contro i passati 405,7 miliardi (+179%).
Secondo le stime del management, il fiscal year 2019 dovrebbe registrare un +12% del giro d’affari, almeno a quota 13,8 miliardi di dollari, contro la precedente aspettativa di un +11% e di 13,7 miliardi. Il punto debole sarà il jeanswear, previsto in arretramento del 3% (un settore che è stato recentemente scorporato, dando vita all’azienda indipendente Kontoor brands, ndr), mentre per outdoor, active e work si profilano aumenti rispettivamente dell’8%, del 16% e del 39%.
Si riduce invece l’aspettativa relativa al business internazionale: dal +12-13% al +10-11%.
Per le vendite direct-to-consumer si parla di un +13% (in precedenza +12-14%) e per il digitale di un +30% e oltre.
Poco prima delle 17 italiane, il titolo sale dell’11,7% a 81,8 dollari per azione alla Borsa di New York