Sfila la nuova collezione della stilista fiorentina. Oltre agli Stati Uniti il brand ha un mercato forte negli Emirati Arabi e in Europa
Chiara Boni continua la sua conquista dell’America con una nuova collezione presentata nel corso della settimana della moda a New York. Per l’autunno inverno, si imbarca in un viaggio immaginario attraverso il Vecchio Continente. «La sfilata parte dall’idea di immigrazione, di quello che le persone si portavano dietro quando erano costrette a lasciare un posto per un altro, le cose più preziose, quello a cui tenevano», spiega la stilista nel backstage, con una calma insolita a chi è a pochi attimi dalla sfilata.
La sua collezione esplora nuove possibilità con il famoso tessuto in jersey usato per tutti i suoi abiti che calzano a pennello e sono perfetti da mettere in valigia, ideali quindi per la donna nomade a cui si ispira. Ha motivi broccati, stampe fiorite, è in gessato o in plaid. È accostato al velluto lucido per abiti, tute e completi attillati, o come corpetto di un abito con un ampia gonne di taffetà annodata con un grande fiocco in vita. Il tulle applicato su abiti lunghi crea una silhouette più morbida, come quello con sfumature di rosa simile a un delicato tutù. Importante novità, l’introduzione della maglieria che include cappotti e maglie foderate con lo stesso tessuto di jersey. Il nero e l’oro sono al centro della collezione, mentre il colore appare in particolare per le mise in velluto come il viola, il prugna e il blu elettrico. Sofisticato lo styling, perché come spiega Boni, «a me la passerella piace cosi, mi piace che ci siano delle belle donne», rimanendo fedele alla sua idea di femminilità.
Il suo istinto è azzeccato, in particolare negli Stati Uniti, il mercato più importante per il brand, dove racconta «le clienti mi scrivono tutti i giorni, e adorano i miei vestiti». L’America è una seconda casa per Boni, dove viaggia spessissimo per fare “personal appearances” nei punti vendita, e ne conosce ormai ogni posto sperduto.
Secondo una recente ricerca del grande magazzino Neiman Marcus, punto di vendita principale della casa di moda, una buona parte della sua clientela è tra i 45 e 65 anni con un reddito molto alto. «Ma vestiamo anche molte ragazze per le proms, la tradizionale festa di fine liceo» spiega l’amministratore delegato del brand Maurizio Germanetti. «Il 2018 ha chiuso con una leggera crescita in confronto al 2017 che era cresciuto di circa il 40% – continua – ma gli ordini per il 2019 sono molti alti, a più del 30% quindi un buon segnale, grazie all’ampliamento della gamma di prodotti, lanciando i “separates”, che arrivano nei negozi a giugno. Ci crediamo molto, perché una donna, per ogni abito che compra, acquista sei separates». Il loro segreto per lavorare con un mercato difficile come gli Stati Uniti, in particolare con i grandi magazzini? «È premiato un prodotto molto vicino alla cliente americana, e per il servizio che diamo, consegnando a sei settimane dall’ordine senza problemi di qualità, una cosa molto apprezzata dal cliente».
Oltre agli Stati Uniti, dove hanno una boutique a Los Angeles, la casa di moda ha un mercato forte negli Emirati Arabi, e in Europa, in particolare in Germania. Anche le boutique italiane danno buoni segnali, in particolare quella di Milano che ha registrato il +30% delle vendite. La prossima tappa è l’Asia, ma con cautela: «Vogliamo trovare i partner adatti, potrebbe essere un’altra America, preferiamo aspettare qualche mese e partire con il piede giusto».