“Realismo magico”. Di Brunello Cucinelli però. La definizione non c’entra con quella che spesso si dà degli scrittori sudamericani. Ma rende l’idea. Nella sua biografia e nella presentazione fatta al Mudec di Milano lo scorso weekend, Brunello Cucinelli ha unito i due elementi: la realtà del suo percorso di imprenditore e la visione, quasi magica, appunto, della vita e del futuro.
L’auditorium del Mudec era pieno, come è successo per tutti gli appuntamenti di Bookcity, rassegna dedicata a libri e lettori che per quattro giorni ha animato Milano. Già questo sarebbe un bellissimo segnale di vitalità della città e di curiosità dei suoi abitanti; di desiderio di contatto tra persone, di voglia di conoscenza diretta, di ascolto reciproco ma anche di dialogo. Al Mudec però colpiva non solo la quantità di persone, bensì la percentuale di giovani e giovanissimi. A loro, soprattutto, si è rivolto Cucinelli.
Il monumento “Tributo alla dignità dell’uomo” a Solomeo
«La cosa più importante è non avere paura. Non lasciatevi influenzare da chi sottolinea gli aspetti di difficoltà e incertezza che la vita riserva. È tutto vero, vivere è complicato. Ma non mi stancherò mai di dirlo: non abbiate mai paura del futuro, vivete il presente con leggerezza e parlate e sognate a ruota libera. Fatelo soprattutto coni vostri amici e amori». Non sono parole al vento. E non dovrebbe stupire che l’invito ai giovani a non avere paura sia lo stesso fatto molte volte da papa Francesco e dai suoi due predecessori.
«Le chiacchiere in paese mi hanno aiutato più della fortuna»
Cucinelli ha ricordato i tempi in cui era giovane (ora ha 65 anni) e non aveva certezze su cosa avrebbe fatto: «Certo, l’intuizione di colorare il cashmere è stata vincente. Ma nulla, credo, succede per caso. Il colpo di fortuna non esiste. Le circostanze fortunate sì e noi possiamo fare molto per attirarle. Insieme agli amici e soci dell’epoca abbiamo portato avanti la nostra idea perché venivamo da anni di formazione poco ortodossa, diciamo così. Preso il diploma da geometra senza studiare molto, mi iscrissi all’università ma diedi un esame in tre anni. In compenso, in quegli anni passai ore e ore a discutere con gli amici, a parlare con gli avventori del bar o della piazza del borgo che avevano più anni di noi, che avevano esperienze diverse e ne sapevano più di noi, della vita e del lavoro. In quegli anni iniziai a essere incuriosito da frasi e citazioni di filosofi del passato e andai a cercare i loro testi. Magari senza capire tutto, ma prendendo spunto, riflettendo su ciò che mi colpiva. Ecco, oltre a non avere paura, vi esorto a essere curiosi, di tutto».
Volere è potere? Per fare una cosa basta sognarla? No, non è questo il “messaggio” di Brunello Cucinelli. «Sognare, immaginare, fantasticare, sono buoni punti di partenza. Poi però le energie – quelle tipiche della fase lavorativa della vita – vanno indirizzate, convogliate. L’azienda nel 2018 ha compiuto 40 anni. Oggi abbiamo un marchio conosciuto nel mondo, una società quotata con successo alla Borsa di Milano, una fabbrica a misura d’uomo e un borgo, Solomeo, ristrutturato e arricchito. Non sono frutti del caso o della fortuna».
Brunello Cucinelli non ha solo “inventato” il cashmere colorato. Non ha solo trovato un nuovo modo di intendere lo stile italiano. Ha anche impostato – e promuove instancabilmente – una filosofia imprenditoriale.
La Scuola di arti e mestieri di Solomeo
L’imp0rtanza di essere disconnessi
Viene paragonato a grandi figure del passato, come Adriano Olivetti, campione ante litteram di sostenibilità sociale dell’impresa. Le somiglianze ci sono, ma Cucinelli è “costretto” ad andare oltre, perché nella sua idea di sostenibilità sociale dell’impresa deve confrontarsi con una variabile che Olivetti, pur lavorando nell’informatica, non dovette affrontare: il ciclone Internet. «La tecnologia è una cosa fantastica. Ha sempre avuto un potere rivoluzionario e non mi ha mai fatto paura…oggi più che mai però è importante non avere timori reverenziali nei confronti della tecnologia. Conviene restare umani, custodire la riservatezza, preservare degli spazi di “non connessione”. Servono per stare con noi stessi e con gli altri, per parlare davvero con amici e parenti, per passeggiare in un bosco. Un’altra priorità che dobbiamo darci è quella di farci custodi della natura, del creato e di tutto ciò che di bello hanno fatto le persone che hanno abitato questo pianeta prima di noi».
In azienda offende viene accompagnato alla porta
Restare umani senza rinnegare la tecnologia ma riconoscendene i limiti. «La realtà virtuale non può creare boschi o mari o sculture o quadri o chiese o monumenti che possano davvero emozionare. Nessun assistente virtuale e nessun robot dotato di intelligenza artificiale può sostituire uno scambio di sguardi, una stretta di mano, un abbraccio».
Parole magiche, ma la realtà? «Da noi dopo le 17 si ha il permesso di non rispondere a sms o mail aziendali. Per quanto riguarda la qualità delle relazioni umane, abbiano una regola molto semplice: chi offende qualcuno, a parole o con il suo comportamento o atteggiamento, viene gentilmente accompagnato alla porta dell’azienda».
L’essere “per bene” nel dna
Brunello Cucinelli ha anche messo in pratica la sua idea di dignità economica del lavoro, pagando le persone ben oltre la media di settore. Bello, poetico (magico?) il nome dato agli addetti alle pulizie: «Persone che riordinano le cose». Non vuole o non ama sentirselo dire, ma la verità è che non tutti possono essere o diventare come Brunello Cucinelli. Perché Brunello Cucinelli è una persona eccezionale, che ha avuto in dono un patrimonio genetico eccezionale, una dote iniziale di intelligenza e carattere. Non capita a tutti. Brunello Cucinelli ama dire di volersi sentire custode e garante del futuro dell’azienda, della comunità in cui è nato e della sua terra, l’Umbria. Ma prima di tutto è stato custode e garante di ciò che ha avuto in dono, intelligenza e carattere.
Non ha mai smesso di cercare esempi da seguire; non ha mai dimenticato le parole del padre, contadino e poi operaio in fabbrica riluttante. «Sii una persona per bene». I filosofi, gli scrittori, i poeti di ogni epoca amati da Brunello Cucinelli (tutti citati e ringraziati nella biografia presentata al Mudec), hanno usato parole e ragionamenti più complessi. Hanno provato a dimostrare – quasi matematicamente – che essere persone per bene permette anche di essere in pace con sé stessi o di fare pace con sé stessi (e con il cielo, ama dire Cucinelli). Alla fine però il significato di quelle cinque parole- sii una persona per bene – lo conosciamo tutti. L’importante è metterle in pratica, come ha fatto Brunello Cucinelli, qualsiasi sia il ruolo che abbiamo nella società e qualunque sia il posto che cerchiamo – come fanno i giovani – o che abbiamo trovato nel mondo.