Ultimo in concerto a Milano veste Kappa

L’incredibile maturità artistica di Ultimo

Fosse il 4 luglio, questo articolo comincerebbe con un classico «c’era una volta…», ma non è ancora tempo per “La Favola”. A due mesi dal tanto atteso Stadio Olimpico, Ultimo si diverte ancora a polverizzare biglietti e riempire i palazzetti. Siamo a Milano, in quel tempio della musica indoor che è il Mediolanum Forum. Da qui, Ultimo ci è passato abbastanza di recente, era novembre ed era alla sua prima sgambata di fronte alle grandi platee. Di quel giorno ricordo chiaramente l’emozione, più mia che sua, di assistere al debutto di un ragazzo partito poco prima da locali decisamente più angusti di un Forum sold out. A giustificare il mio stato d’animo, la fiducia riposta fin da subito in un artista che andava esattamente nella direzione opposta a quella nella quale andavano tutti gli altri che negli ultimi anni hanno abitato le classifiche.

Sentimenti a parte, torniamo al nostro Forum. Sono circa le 21:15 quando Ultimo prende il possesso del palco. La prima differenza con le volte precedenti salta subito all’occhio: chi ha già assistito ai suoi show non può non aver notato la presenza di un imponente led alle sue spalle, sul quale per tutto il corso del live prenderà vita un racconto quasi fiabesco. Niente più minimalismi, o almeno non proprio. In effetti, ce l’aveva preannunciato che questo tour avrebbe rappresentato una svolta rispetto ai precedenti. Quella che non è cambiata, ve lo anticipo, è la sostanza.

Il concerto comincia sulle note di Colpa delle Favole, title track dell’ultimo e già fortunatissimo disco uscito in aprile. A comporre la scaletta, tutti e tre gli album, miscelati con abile maestria. Spendere due paroline sul pubblico è il minimo che si possa fare in occasioni del genere: sul pezzo, dall’inizio alla fine, e che piacere sentire un palazzetto intero cantare ogni singolo brano! Quel che non smette di sorprendermi, anche se ammetto che dovrei pure iniziare a farci l’abitudine, è l’incredibile capacità di Ultimo di dare ad ogni brano la stessa dignità, singoli e non. D’altra parte, basti pensare al fatto che tutti e tre i dischi occupano ancora stabilmente le posizioni più alte della classifica italiana degli album più venduti. Dietro questa forte preparazione del pubblico c’è quindi un ascolto attento e oculato di tutti i pezzi, una rarità, di questi tempi.

Poche parole nel corso del concerto, è lui stesso a sottolinearlo: «quando scenderò dal palco diranno che non parlo abbastanza. È vero, parlo poco, ma io parlo con le canzoni». E di parole, in musica, ne vomita davvero parecchie. Ben trentacinque i brani che ha interpretato nelle due ore sul palco. Un Ultimo che, però, non ha nessuna intenzione di abbandonarsi all’abitudine, che ha ancora tanta voglia di godersi ogni singolo attimo dei suoi concerti: «vi chiedo se mi illuminate questo posto con delle torce, con quello che ve pare. Che magia!», così Niccolò prima della catartica Ti dedico il silenzio.

Spazzati via tutti i dubbi sul nuovo disco in chiave live. Più volte, infatti, gli è stato chiesto come avrebbe immaginato Colpa delle Favole dal vivo. I nuovi brani si sono amalgamati perfettamente ai più vecchi, a conferma di quanto dichiarato dallo stesso Ultimo sulla forte continuità che lega questi suoi primi tre album. Per non parlare poi della reazione del pubblico, capace di assimilare nel giro di un mese tutti i nuovi testi e di regalare un coro praticamente continuo al proprio beniamino.

Ultimo, anche questa volta, ha fatto sì che trionfasse la musica, la sua, quella che sin da piccolo non gli dà pace e che tanto gli ha dato da lottare prima di mettere a tacere tutti coloro che, nel percorso della vita, hanno tentato di scoraggiarlo. Non bastano cento sold out a dimenticare le giornate chiuso in stanza a sognare un mondo all’altezza della sua fantasia, e lo dimostra la presentazione che riserva a Pianeti, uno dei brani a cui tiene di più: «questa canzone è molto importante per me. Rappresenta l’inizio, un anno e mezzo fa. Questa fu la prima canzone, insieme a Giusy, che registrai in studio. Mentre la scrivevo, nella mia cameretta, volevo far sapere a tutti che siamo dei piccoli pianeti».

La stessa Giusy, simbolo di quella fragilità propria delle cose preziose, continua a rappresentare uno dei momenti topici dello spettacolo: un pianoforte e migliaia di voci che, unite, si fanno portatrici di quella stessa fragilità. Anche stavolta, nonostante il successo, nonostante la fama, non manca l’omaggio a Vasco Rossi: «Adesso un piccolo omaggio a un grande, grazie Vasco!», e con lui tutto il Forum ad intonare Albachiara.

Il Colpa delle Favole Tour è uno show che “rinchiude in un minuto vent’anni di cose”, è il perfetto manifesto di questo giovane cantautore romano. Un resoconto dettagliato di questo anno e mezzo difficilmente qualificabile, impossibile rendere l’idea di un’ascesa che, nonostante la grande rapidità, si sta dimostrando, di concerto in concerto, sempre più solida e giustificata. Uno spettacolo, questo, che mette insieme il sogno e la disillusione, di cui Ultimo si è fatto portavoce.

Rappresenta, inoltre, il raggiungimento di una maturità artistica importante, ne è una prova evidente la sempre maggior sicurezza che sfoggia sul palco. Un Ultimo che, però, di sognare non è per niente stufo. In fondo, la colpa non è mica sua, è colpa delle favole. E che sogno sia. La prossima “Favola” a cui dar la colpa è lì ad aspettarlo, si chiama Stadio Olimpico. E nessuna paura di quel conto da pagare, perché, non dimentichiamolo, vince chi si sveglia, vive, muore e spera sempre dentro alle sue mani.

 

 

 

di https://www.onstageweb.com/author/felice-ragona/

Fonte : https://www.onstageweb.com/notizie/ultimo-milano-2019-recensione-concerto-8-maggio/